L’introduzione di cibi solidi nell’alimentazione del neonato deve avvenire, secondo le linee guida dell’ OMS, non prima della 17esima settimana e non oltre la 26esima (non prima del 4° mese e non oltre il 6°).
Una volta che abbiamo ben chiaro lo schema di inserimento, non resta che una domanda: Quali sono le quantità da seguire per ogni singolo alimento? Anche qui c’è molta confusione, una mamma inserisce 2 cucchiai di semolino, un’altra 3, una mamma utilizza 1 vasetto di omogenizzato, l’altra usa 50 gr di prodotto fresco, ecc.
Vediamo insieme di fare chiarezza!
Lo strumento principale per determinare i fabbisogni energetici e nutritivi dai lattanti alle persone adulte viene fornito dall’ Istituto Nazionale della Nutrizione che ci fornisce i “Livelli di assunzione raccomandati di energia e nutrienti” (LARN).
Naturalmente bisogna essere critici nell’interpretazione di queste tabelle ecco perché è importante rivolgersi sempre a professionisti del settore.
Nel primo semestre di vita, il lattante ha bisogno solo di calorie che gli vengono fornite dal latte materno o dal latte di formula nel caso in cui non sia disponibile quello materno.
La composizione del latte materno è unica, esso contiene prebiotici (immunità), lattosio (energia), grassi (energia, immunità e sviluppo neuronale), vitamine, minerali e proteine (crescita, immunità).
Dallo svezzamento al primo anno di vita, diminuisce sia il fabbisogno calorico, che passa da 120 Kcal/Kg a 96 Kcal/Kg sia il fabbisogno di liquidi (latte) e si inizia a definire il valore di proteine di cui il nostro bambino ha bisogno.
Il nutriente infatti da tenere sott’occhio sia nei bambini che negli adulti è propria la proteina, l’eccesso proteico in base all’apporto calorico.